La Porta Vecchia  Ecco com'è oggi il vecchio accesso principale al Forte, che non coincide con quello attuale; dopo secoli conserva ancora, inalterato, il suo aspetto austero e solenne ed infonde al visitatore un profondo senso di rispetto ed ammirazione.

La Chiesa  Rimane ben poco del luogo ove venivano celebrati i sacri uffizi; tuttavia alcune tracce, tipicamente barocche, sopravvissute all'usura del tempo, a vili saccheggiatori e all'imperdonabile incuria umana, rivelano, a chi ha occhi e sensibilità per osservare e meditare, quale poteva essere la raffinata eleganza dei fregi, degli stucchi e degli affreschi che adornavano la cappella.

Il Palazzo del Governatore  Questo è il lato a nord, prospiciente la Val Chiavenna, della residenza del governatore che, nonostante l'evidente stato di degrado, conserva un fascino tutto particolare: sembra voglia rivendicare, con fierezza, le proprie nobili origini. Nell'antico fortilizio, infatti, le solide ed imponenti opere evocano, senza soluzione di continuità, intense sensazioni.

La Tenaglia  In questo luogo, ubicato in posizione strategica, sorgeva la cosiddetta "Tenaglia", ossia una vera e propria trappola realizzata, con dei muraglioni, in modo da poter aggirare il nemico su più fianchi, come per stringerlo, appunto, in una morsa. Nel periodo prossimo all'inizio della prima guerra mondiale, il "regio esercito" italiano, temendo una possibile invasione austriaca dalle valli adiacenti, decise di radere al suolo la vecchia struttura tattica per costruire al suo posto otto piazzole per altrettanti pezzi d'artiglieria: quattro puntati a nord, in direzione della Val Chiavenna, e gli altri ad est, verso la Valtellina. Sempre nello stesso periodo ed ancora per motivi bellici, altri parti importanti della fortificazione spagnola subirono devastanti trasformazioni ed altrettante gravissime mutilazioni. I cannoni però, (le testimonianze storiche sono alquanto controverse) qui, non furono mai installati. Solo nel vicino "Forte Montecchio Nord", costruito anch'esso nel periodo della grande guerra, sull'omonimo colle, è possibile vedere ancora oggi quattro gigantesche bocche da fuoco da 149/35mm. (sono i cannoni più grossi rimasti in Italia).

Vista Panoramica  Il visitatore che alza lo sguardo, distraendosi un attimo dall'interesse storico e culturale, è immediatamente rapito dagli incantevoli scenari paesaggistici che gli si aprono intorno. Nel circostante palcoscenico vegetale, poi, assiste estasiato allo spettacolo di una natura ricca e variegata, che, come in un'opera sinfonica, in crescendo, parte da un morbido e profumato sottobosco fino a raggiungere i maestosi cedri del Libano.